Brainrot: letteralmente Cervello Marcio
08/01/2025
I videogiochi degli anni ’80, come Space Invaders o Pac-Man, non danno dipendenza, soprattutto rispetto a giochi moderni online (diciamo dal 2017 in poi…), per diverse ragioni.
La grafica e il gameplay erano semplici e pensati per partite brevi, senza Internet o elementi sociali che oggi incentivano la competizione e la collaborazione online. Le ricompense si limitavano a punteggi alti o livelli successivi, senza i complessi sistemi di progressione o microtransazioni presenti nei giochi attuali. Inoltre, i videogiochi moderni sfruttano tecniche psicologiche e algoritmi per trattenere i giocatori, oltre a essere accessibili ovunque su diverse piattaforme, a differenza dei giochi anni ’80, limitati a sale giochi o console domestiche.
Passare un tempo limitato davanti ad un videogioco degli anni ’80 è paragonabile a guardare un cartone animato in termini di dipendenza. Entrambi offrono un intrattenimento breve e autoconclusivo, senza sistemi complessi di progressione o ricompense che incentivino il ritorno. Non includono una componente sociale significativa né sfruttano strategie psicologiche avanzate per trattenere l’utente, puntando piuttosto su un coinvolgimento semplice e momentaneo.
Facciamo un esempio, fissiamo una regola “20 minuti solo il sabato e la domenica”. Questi tempi sono troppo brevi per innescare i cicli di ricompensa o di sovraesposizione che possono favorire la dipendenza. La periodicità limitata impedisce la formazione di un’abitudine giornaliera, che è spesso il primo passo verso una dipendenza.
La presenza dei genitori è fondamentale per garantire che i contenuti siano adatti all’età e per intervenire nel caso in cui si noti un eccessivo coinvolgimento o un cambiamento negativo nel comportamento. I videogiochi e i cartoni animati, se scelti con cura, possono offrire opportunità di apprendimento, stimolare la creatività e rafforzare i legami familiari se vissuti insieme. Ad esempio, i genitori possono commentare i cartoni o giocare con i bambini, rendendo l’esperienza interattiva e non puramente passiva.
Un altro aspetto fondamentale è che i videogiochi o i cartoni non sostituiscano altre attività fondamentali per lo sviluppo, come il gioco fisico, la lettura o l’interazione con coetanei. È inoltre essenziale che i contenuti siano adatti all’età del bambino, sia per il messaggio trasmesso sia per il livello di stimolazione (ad esempio, evitare giochi troppo frenetici o cartoni con temi inadatti).