Avete presente quel venerdì 19 luglio 2024? Un giorno che per Microsoft e CrowdStrike è stato come un film d’azione andato male. Ebbene, se vi siete persi il fattaccio, vi racconto io la storia di un caos digitale epico che ha colpito milioni di utenti in tutto il mondo.
Tutto è iniziato con un semplice aggiornamento di CrowdStrike, un software antivirus che doveva proteggerci dai malviventi digitali. Ma invece di fare il suo dovere, ha scatenato un’apocalisse di schermate blu e crash a catena.
8,5 milioni di dispositivi colpiti, urla di disperazione e lacrime di geek disperati: era il panico totale!
La causa? Un piccolo file corrotto, il famigerato file 291, che ha avuto il potere di mandare in tilt i sistemi come un domino impazzito.
La morale della storia? Magari evitare di delegare aggiornamenti di sicurezza a multinazionali che vendono solo software proprietario? È tempo di riscoprire i benefici del software gestito in locale, specie se open source. Gestire il software in locale richiede un po’ di impegno, ma ne vale la pena per avere più autonomia e sicurezza sulla nostra tecnologia.
La prossima volta che CrowdStrike rilascia un aggiornamento, prendetevi un bel respiro, fate un giro all’aria aperta e tornate al PC con calma… magari l’incidente si sarà già risolto da solo!